Nell’ultimo ventennio del secolo scorso la
valutazione si è caratterizzata sempre più come attività complessa, che produce
dei risultati i cui effetti conclusivi, cioè i giudizi di valore, hanno
determinato un maggiore o prestigio e potere oppure disapprovazione e
rifiuto sulle persone, sulle organizzazioni e sulle istituzioni (la scuola,
l’università, la stampa, i politici, per citare solo alcuni esempi). In generale,
ogni valutazione comporta o un cambiamento o una conservazione; da questa,
infatti, ci si aspetta la conferma sull’opportunità, o sulla necessità, di
intraprendere e continuare un’azione, un intervento, una politica, oppure
l’indicazione se sia più conveniente annullare quanto si è o concordato,
progettato, pianificato o già iniziato.